I corsi

Con grande soddisfazione personale, da un anno circa tengo dei corsi in collaborazione con l’Associazione culturale Durante.

Mi rivolgo ai bambini, ragazzi e adulti con lo scopo di fornire le informazioni più importanti e soprattutto degli strumenti pratici e degli stimoli per poter proseguire un percorso di formazione personale anche autonomo.

Al momento sono attivi questi corsi:

Corso base di informatica

Corso base di fotografia

Corso base di sicurezza su Internet e Facebook

Corso di studio efficace

The Complexity Pamphlet

Aggiornato al 3 luglio 2011

Nel post precedente ho brevemente scritto sul libro Management 3.0 di Jurgen Appelo.

Questi, nell’ultimo capitolo introduce un “manifesto”, che chiama più modestamene pamphlet (opuscolo), e che probabilmente complementa altri manifesti come quello agile. L’idea della complementarietà, piuttosto che della contrapposizione riprende l’idea che tutte le “soluzioni” in ambito complesso sono sbagliate ma “complementandosi” permettono comunque di avere un approccio più completo.

Non trovando in rete un documento che lo riporti lo trascrivo io qui proponendo una traduzione (che vi invito a correggere dato il mio inglese non proprio eccelso ;))

Pamphlet for complex projects
(copyright Jurgen Appelo: courtesy of the author to publish and translate)

Each problem has multiple solutions
There is not one best way to run a software project

Solutions depend on the problem’s context
The best practices depend on the project environment

Changing context requires changing solutions
When project environments change, projects change accordingly

Each strange solution is the best one somewhere
There is always a place and time for less popular practices

Solutions change the context and themeselves
Practices change environments and how we use practices

Simplicity necessitates understainding complexity
One must understand complexity before applying simple solutions

We cannot predict the best solution
We have to try practices to know if they work in our context

Opuscolo per progetti complessi
(copyright Jurgen Appelo: l’autore mi ha gentilmente permesso di pubblicare e tradurre il documento)

Ogni problema ha molteplici soluzioni
Non esiste un unico modo, migliore degli altri, di gestire un progetto software

Le soluzioni dipendono dal contesto del problema
Le pratiche migliori dipendono dall’ambiente in cui si realizza il progetto

Modificare il contesto richiede di cambiare anche le soluzioni
Quando l’ambiente in cui si realizza il progetto cambia, i progetti cambiano di conseguenza

Qualunque soluzione, per quanto strana, da qualche parte è la migliore
C’è sempre un posto e un tempo dove usare le pratiche meno diffuse

Le soluzioni modificano sia il contesto che se stesse
Le pratiche modificano l’ambiente e il modo in cui le usiamo

La semplicità richiede di comprendere la complessità
E’ necessario capire la complessità prima di applicare soluzioni semplici

Non possiamo prevedere quale soluzione sarà la migliore
Dobbiamo provare le pratiche per sapere se funzionano nel nostro contesto

Management 3.0 (di Jurgen Appelo)

Nel suo libro Management 3.0 Jurgen Appelo ci offre la possibilità di rivedere il project management da un punto di vista abbastanza differente rispetto a quelli “tradizionali”, fondando tutte le sue considerazioni sul fatto che il manager fa parte e opera in un sistema complesso.

A causa di ciò tutti gli approcci che non tengono conto delle caratteristiche di un sistema di questo tipo sono destinati a fallire.

Non sono un manager, almeno nel senso tradizionale di manager d’azienda, e di conseguenza avrei avuto probabilmente pochi motivi di leggere un libro sul management.
Tuttavia dopo una veloce lettura dell’indice, e complice anche la raccomandazione del mio amico e collega Domenico, ho notato che Jurgen citava un po’ di temi a me cari (metodologie agili, teoria dei sistemi complessi, comunicazione) e ho iniziato la lettura convinto che mi sarei soffermato solo su alcuni capitoli che ritenevo interessanti. Ho cambiato idea dopo aver letto le prime 15 pagine in numerazione romana e ho quindi letto tutto il libro 🙂

La prima considerazione è che il libro merita (e richiede) più di una lettura sia per cogliere meglio la complessità e la varietà dei temi trattati che si richiamano spesso nelle 380 pagine del testo ma anche per approfondire le numerosissime note.

La seconda considerazione è che il libro (saltando qualche parte magari troppo specifica) è ampiamente consigliabile a chiunque sia il manager “sui generis” di un gruppo persone: dall’allenatore all’insegnante passando per il padre (e la madre) di famiglia.

Ed è proprio questo, per me, il grande valore di questo testo: riuscire a suggerire un punto di vista (in realtà forse più punti di vista) sulla realtà delle relazioni umane, e dei contesti nei quali si sviluppano, accessibile a tutti quelli che sono interessati a capire come mai in questi ambiti raramente 2+2 fa quattro :).

Navigazione sicura su internet

Internet è un mondo ricchissimo ed assolutamente interessante a qualsiasi età.

Ovviamente se un adulto può muovercisi con relativa sicurezza altrettanto non si può dire per i più piccoli.

Da ciò nasce la necessità di dotarsi di strumenti che ci consentano di far sperimentare i nostri bambini con maggiore tranquillità.

In queste settimane ho installato due tool gratuiti.

Il primo, k9 web protection,  gira sotto Windows ed offre molti gradi di configurabilità fino a permettere la navigazione solo nei siti definiti in apposite liste (white list).

Il secondo invece (dansguardian) è una soluzione per linux utilizzabile anche dove sia necessario poter controllare più pc contemporaneamente (reti domestiche, aule didattiche, etc.).

Questa seconda soluzione è decisamente più complessa da mettere in piedi per un utente occasionale. Per fortuna è disponibile una distribuzione che ha già integrato dansguardian. Si tratta di ubuntu CE.

Inutile dire che, soprattutto con i bambini più piccoli, è sempre necessaria la presenza di un adulto che vigili discretamente 😉

Come far convivere più installazioni di Window7 sullo stesso PC

L’idea è quella di avere 2 installazioni diverse (ad esempio una da utilizzare a casa e una in ufficio) di Windows 7 sullo stesso pc.

Ho seguito la prima parte delle indicazioni che ho già dato qui fino ad avere il SO installato e una copia di backup fresca fresca.

A quel punto ho provveduto a creare un’ulteriore partizione (primaria) per accogliere il restore dal backup.

Dopo una serie di prove ho trovato che per poter avviare indipendentemente le due installazioni era necessario nascondere di volta in volta la partizione dove stava l’istanza che non utilizzava.

In pratica ho dovuto ricorrere a GRUB con questo file di configurazione:

title Other Operating System – Windows 7 (WORK)

unhide(hd0,0)

hide(hd0,1)

root (hd0,0)

chainloader +1

savedefault

makeactive

title Other Operating System – Windows 7 (HOME)

unhide(hd0,1)

hide(hd0,0)

root (hd0,1)

chainloader +1

savedefault

makeactive

In pratica utilizzo i comandi hide e unhide per visualizzare o nascondere le partizioni prima di renderle attive.

chainloader +1 invece serve per lanciare in sequenza  il loader standard di Windows.

Non ho potuto verificare se GRUB è in grado di lanciare direttamente Windows… per questo fine settima ho fatto abbastanza esperimenti 🙂

Configuriamo un pc nuovo

Introduzione
Normalmente un pc appena acquistato è sicuramente pronto (o quasi) per essere utilizzato.
Purtroppo nella maggior parte dei casi i produttori (sia del pc che del sistema operativo, soprattutto se si si tratta di Windows ;-)) non si mettono completamente nei panni dell’utente e non lo mettono sempre in condizione di poter usare al meglio il proprio pc non solo appena comprato ma anche dopo mesi di utilizzo.
Difficilmente il pc è predisposto con gli accorgimenti minimi che ci permettono di poter per esempio far fronte alla necessità di una reinstallazione del sistema, magari perchè il sistema è diventato molto lento o peggio il sistema operativo non ne vuole più sapere di avviarsi.
Dato che purtroppo in questi anni mi sono trovato più volte nella situazione di dover riavere il pc funzionante, ho sviluppato l’abitudine di fare una serie di operazioni appena acquistato un pc.
In rete si trovano altri documenti analoghi a questo (es. qui) che potranno sicuramente integrare e perfezionare quanto scritto qui.
Buon lavoro!
Giancarlo
P.S.
Giusto per essere chiari: questa guida è fornita senza nessuna garanzia per gli utilizzatori (“AS IS“) ed è basata solo sulla mia personale esperienza. Patti chiari, amicizia lunga 😉
1 – Creiamo i dischi di ripristino!
Ormai è prassi di (quasi?) tutti i produttori non fornire i dischi fisici per il ripristino del proprio sistema in caso di problemi.
Occorre quindi prepararli da se seguendo le indicazioni fornite dal produttore del pc.
Personalmente ho smesso da tempo di utilizzarli preferendo invece fare un backup dell’intero disco come suggerito in questo tutorial.
E’ anche vero che avere i dischi di ripristino può costituire una speranza in più di poter riavere il proprio pc così come appena tolto dall’imballo.
2 – Prepariamo un nuovo pc portatile al primo utilizzo: gli strumenti
Gli strumenti che utilizzo per la “pulizia” preliminare sono:
pc decrapifier
revo Uninstaller freeware
absolute uninstaller
– ccleanerPer il “backup” del disco utilizzo:
macrium reflect free ma ce ne sono tanti altri di gratuiti
Per creare le partizioni uso:
gparted (per approfondire vedi qui e qui)
E’ utile scaricare subito questi programmi e tenerli pronti all’uso 🙂
3 – Pulizia preliminare
Installiamo pc decrapifier
Se tra le applicazioni che intendete rimuovere c’è anche l’antivirus e/o il firewall, vi consiglio di scaricare il nuovo programma che intendete utilizzare prima di procedere alla rimozione di quello attualmente installato. Dopo aver scaricato il programma vi suggerico di staccare il pc dalla rete (staccando il cavo di rete o disabilitando la scheda wireless) in modo da garantirvi di non rimanere esposti su internet senza adeguate protezioni.
Seguiamo le istruzioni come indicato nelle immagini che seguono.
Premiamo sul pulsante Next fino ad arrivare alla schermata sotto
Dato che il pc dovrebbe essere nuovo assicuriamoci che il check corrispondente a Yes sia selezionato come in figura.
Nella schermata successiva ci viene chiesto se creare un punto di ripristino: premiamo sul pulsante “Create restore point” e una volta terminato premiamo ancora su Next.
Finalmente dovrebbe comparire un primo elenco di programmi da rimuovere analogo a questo:
Verificate ciascuna riga e quando siete sicuri premete su next: vi verrà mostrata una schermata di conferma:
Premete su ok per procedere.
Vi verranno ora mostrate in sequenza due finestre analoghe alle precedenti. Ripetete quanto fatto con le due sopra.
A questo punto verranno lanciati i disinstallatori delle applicazioni che avete selezionato.
L’elenco dei programmi che vi viene mostrato dipende ovviamente dal particolare pc. Il numero di applicativi da rimuovere può essere quindi più o meno lungo.
Quando tutte le rimozioni sono terminate comparirà questa schermata:
Al termine delle operazioni con pc decrapifier vi suggerisco di installare e lanciare revo uninstaller per completare le operazioni di pulizia. Il programma è molto intuitivo e semplice da usare.
Il programma parte mostrando le icone di tutti gli applicativi installati.

Basta selezionare quella corrispondente al programma che si vuole rimuovere per poi ciccare sul pulsante “disinstalla” sulla barra in alto.
A questo punto è sufficiente seguire le istruzioni.

4 – Facciamo il primo backup

A prescindere dal software che intendiamo utilizzare sarà necessario avere un altro disco oltre a quello che si vuole (come si dice in gergo) backuppare.

Un dispositivo USB andrà benissimo se, ovviamente, di adeguata capacità: tenete presente che gli hard disk attuali contengono centinaia di gigabyte di dati. Normalmente il disco (soprattutto nel caso di un pc nuovo) non è sfruttato completamente e i software che vengono utilizzati per i backup (o più propriamente per clonare i dischi) generalmente non copiano lo spazio “vuoto”.
In ogni caso assicuratevi di avere diverse decine di gigabyte a disposizione.
Per delle ottime indicazioni e alcuni video tutorial sul tool macrium vi suggerisci di guardare qui. I video si riferiscono al sistema operativo windows XP ma contengono sicuramente dei concetti utili anche per le versioni successive di Windows (Vista e Seven).
Per il primo backup preferisco normalmente non faccio tutte le operazioni di pulizia estrema e ottimizzazione suggerite nel documento indicato ma mi limito ad avere una copia relativamente leggera e ragionevolmente simile al sistema di partenza.
5 – Creiamo la nuova partizione

Vi suggerisco di dare un’occhiata qui e qui se non avete chiaro cosa stiamo per fare:

– rimpicciolire la nostra partizione su cui è installato Windows
– usare lo spazio liberato (non partizionato) per creare una nuova partizione per i nostri dati.
In teoria, almeno su Windows 7, è possibile fare queste operazioni direttamente con gli strumenti forniti dal sistema operativo. Purtroppo almeno io non sono riuscito ad ottenere il risultato che volevo.
Windows tende a distribuire i file su tutto lo spazio che ha a disposizione sul disco, non preoccupandosi di tenere tutto lo spazio occupato (e viceversa quello libero) contiguo. Il risultato è che se avete un file che termina diciamo a meta del vostro disco da 100 GB (quindi a circa 50GB dall’inizio della vostra partizione) non riuscirete a creare una partizione da meno di circa 50 GB anche se in realtà state occupando realmente solo 20 GB.
Ho quindi preferito usare uno strumento open source (GParted) per fare queste operazioni.
Purtroppo potrebbe essere non banale per un utente inesperto mettersi nelle condizioni di poter usare GParted.
Il metodo che ho usato io è quello di utilizzare un disco di avvio con alcune utili applicazioni: SystemRescueCd.
E’ possibile sia masterizzare l’immagine del disco scaricabile da qui oppure caricarla su una una chiavetta USB con uno strumento scaricabile da qui.
Quest’ultimo è un file eseguibile che una volta lanciato mostra questa schermata.
Nell’immagine vedete già l’opzione da utilizzare selezionata (disk image o immagine disco) con indicato a fianco il percorso del file immagine che avete scaricato prima (chiaramente voi specificherete quello del vostro file iso).
Prima di premere su OK assicuratevi che la lettera a fianco della scritta “Drive” sia quella corrispondente alla vostra chiavetta USB (che avrete già inserito nel pc). Se avete un solo dispositivo USB inserito sul computer dovrebbe essere già indicata la lettera corretta.
Premendo su OK il programma copia il contenuto del file ISO sulla chiavetta e la rende avviabile.
Vi verrà quindi chiesto di riavviare il PC.
Procedete se siete pronti a partizionare il vostro disco.
Dopo aver riavviato, se avrete impostato il pc per partire dalla chiavetta USB, dovrebbe comparirvi una schermata grafica con una lista di possibili scelte.
Scegliete vmlinuz2.
Dopo qualche minuto avrete caricato vi verrà chiesto quale tipo di layout di tastiera utilizzare.
Se volete potete indicare il numero associato alla tastiera italiana ma non è molto importante perchè non useremo caratteri particolari quando scriveremo e la tastiera inglese selezionata in automatico dopo una ventina di secondi andrà bene.
Ad un certo punto comparirà una scritta:
root@systemresccd /root %
Questo è il prompt dei comandi. Scrivete “wizard” e premete invio.
Al successivo menu limitatevi a premere invio.
Dovrebbe avviarsi finalmente l’interfaccia grafica del nostro sistema linux ai minimi temini (o quasi…).
Potete usare il mouse per cliccare sul pulsante indocato con la scritta GParted (quando lasciate la freccia del mouse sopra).
Ecco finalmente la finestra del nostro programma.
Vi rimando alle guide indicate nella sezione 2 – Prepariamo un nuovo pc portatile al primo utilizzo: gli strumenti per i dettagli sull’utilizzo.
Vi consiglio di ridimensionare la partizione più grande (potreste avere delle partizioni più piccole nascoste create dal produttore del pc o da windows) a circa 50 GB.
Lo spazio rimanente lo potete utilizzare per creare la vostra partizione dati.
Come tipo di partizione scegliete LOGICA (LOGIC partition).
Il tipo di formato (file system) deve essere NTFS (o in alternativa FAT32 ma vi suggerisco NTFS).
Vi suggerisco di dare un nome (label) alla vostra partizione (es. DATI).
Al termine delle operazioni (potrebbe volerci qualche decina di minuti) potete uscire dall’interfaccia grafica (scegliendo LOGOUT dal menu).
Vi ritroverete al prompt dei comandi già visto prima
root@systemresccd /root %
Dopo aver tolto la chiavetta (o il cd) premete contemporaneamente i 3 tasti:
CRTL + ALT + CANC
per riavviare il pc.
Al successivo riavvio è probabile che Windows avvii il controllo dell’integrità del disco. Non c’è da preoccuparsi: dopo qualche minuto (e forse un nuovo riavvio automatico) Windows dovrebbe ripartire regolarmente.
6 – Usiamo la nostra nuova partizione

Aprendo “risorse del computer” dovremmo trovare la nostra nuova partizione DATI pronta per essere utilizzata.
Le prossime operazioni sono un pelino delicate: cercheremo di far utilizzare a Windows una cartella del nostro “disco” DATI per i nostri documenti.
Se più persone utilizzano lo stesso computer potrebbe essere necessario rifare queste operazioni entrando in Windows di volta in volta con i diversi utenti (non tratterò questo caso).
Creiamo una cartella Documenti sul disco DATI.
Creiamo un punto di ripristino (verificate sulla guida di Windows come fare) e chiamatelo “Sistema originale”.
La procedura su Vista e Windows 7 è molto semplice.
Su Gestione Risorse andate su c:\users\[nome del vostro utente]\Documenti.
Cliccateci sopra col tasto destro e scegliete proprietà e da qui la linguetta Percorso.
Impostate il percorso della cartella Documenti sul disco DATI e premete su applica.
Vi verrà chiesto se volete spostare anche i file contenuti nella cartella originaria. Cliccate su Si.
Vi suggerisco di spostare:
Documenti (Personal), Desktop, Preferiti (Favorites), My Music, My video, My Pictures.

7 – Aggiorniamo il software di sistema

Prima di procedere ad un nuovo backup vi consiglio di eseguire Windows Update ed eventualmente lanciare il programma per l’aggiornamento del pc fornito dal produttore (se ve ne ha fornito uno).

A questo punto potete procedere con un nuovo backup.
Volendo potete utilizzare il disco DATI destinatario del backup: se avete a disposizione un disco esterno vi suggerisco di utilizzare quello.
In questo modo, in caso di guasto sul disco del vostro computer (anche se partizionato è sempre un unico dispotivio fisico che si può guastare), potrete usare il vostro disco esterno come sorgente per il ripristino.
8 – Completiamo l’installazione
A questo punto abbiamo una buona base di partenza per poter ripristinare il nostro pc in caso di problemi.
Possiamo ora procedere ad installare tutti i software di utilità che ci interessano e, volendo, fare un nuovo backup. Io generalmente non faccio questo ulteriore backup: preferisco ripristinare da una base aggiornata e relativamente leggera. Le applicazioni in ogni caso preferisco reinstallarle da zero nelle loro versioni più aggiornate.
In questa fase potrebbe esservi utile questo sito: AllMyApps.
Conclusioni
Spero che questa guida (scritta invero mentre preparavo il notebook per mio nipote 😉 ) sia sufficientemente chiara nell’indicazione delle operazioni da compiere. Certamente non ho la pretesa di aver esaurito l’argomento ma non dovreste avere difficoltà ad approfondire per conto vostro anche sfruttando i link che vi ho indicato.
Gc

Tecnica del pomodoro: respirare nella pausa

Mi sto rileggendo il paper di Francesco Cirillo sulla tecnica del pomodoro.

Francesco ripete suggerisce più volte (tra le altre cose) di fare alcuni respiri.

Sembra una cosa banale da farsi ma in questi anni ho notato che molte persone non sanno come usare la respirazione per rilassarsi.

Vi suggerisco di provare questo semplice esercizio: lo potete tranquillamente fare anche seduti in ufficio.

Cercate di essere consapevoli di tutti i movimenti che farete e delle sensazioni che provate.

Raddrizzate delicatamente la schiena in modo da allineare tutta la colonna vertebrale dalla testa fino al bacino.
Rilasciate le braccia: fatele letteralmente cadere lungo il corpo. Ora poggiate delicatamente gli avambracci sulle cosce.

Inspirate tenendo ferma la parte superiore del torace e spingendo l’aria nella pancia, come se doveste gonfiare un palloncino nel vostro addome.
Trattenete il respiro qualche secondo ed espirando sentite che il vostro addome si sgonfia.
Ripetete alcune volte fino a che vi rendete conto che non forzate più l’inspirazione e l’espirazione pur continuando a gonfiare e sgonfiare l’addome.

Mentre fate questo esercizio potete anche ripetervi mentalmente:

“Inspiro e mentre sento che l’aria gonfia la mia pancia mi rilasso”
“Espiro e mentre l’aria esce dal mio corpo sento che rilascio tutte le tensioni”

Le prime volte potete poggiare la vostra mano dominante sul vostro addome all’altezza dell’ombelico. Noterete che durante l’ispirazione la vostra mano si solleva e mentre espirate si abbassa.

Esistono centinaia di siti dove poter approfondire quest’argomento: uno da cui partire potrebbe essere questo.

Spero che l’esercizio vi aiuti! Provatelo e fatemi sapere.

Gestire le reti wireless e non solo

Da un giorno all’altro KNetwork non ne ha più voluto sapere di rilevare la mia scheda wireless malgrado fosse configurata e funzionante.

Dopo un po’ di prove che non hanno portato nessun risultato utile, durante le ricerche su google mi sono imbattuto in  Wicd.

Una rapida verifica per vedere se risulta già installato e via, lancio il comando dalla shell e… bang! Niente da fare… non va.

Un attimo di smarrimento e mi viene in mente che probabilmente si appoggia ad un qualche daemon che probabilmente non ho in esecuzione. Una breve ricerca basta a verificare l’ipotesi.

Occorre lanciare il demone via

/etc/init.d/wicd start

Rilancio il comando et voilà abbiamo un nuovo tool da provare.

La configurazione è abbastanza intuitiva e rispetto a KNetwork mi pare abbia qualche interessante feature in più come la possibilità di configurare i dns e l’IP statico piuttosto che il DHCP.

Tra le opzioni c’è anche la possibilità di far eseguire in automatico degli script prima e dopo la connessione, cosa che ho immediatamente sfruttato per lanciare gli script per aprire e chiudere la connessione pppoe come richiede il terribile (:)) router alice.

Grub: modificare il SO caricato per default

Edit: ho aggiornato il posto dopo la pubblicazione iniziale

Come vi ho detto al primo riavvio del notebook ho notato un primo problema: il SO di default è Sabayon in modalità resque.
E’ possibile configurare GRUB a mano: non è difficile.

Da una shell fate su e aprite nel vostro editor preferito il file grub.conf (gentoo usa questo; di norma sarebbe dovuto essere menu.lst che qui è solo un simbolik link):

su

nano /boot/grub/grub.conf

cercate ora la riga con la parola default.

A fianco troverete un numero che indica il SO da far partire: indicate il numero corrispondente alla riga che selezionate dal menu al boot per far partire il SO che vi interessa.

Nel mio caso volevo che partisse Windows (ebbene si… non ho ancora avuto il coraggio di fare il passo definitivo e mettere linux come defaul, anche se uso ormai quasi sempre solo questo) che corrisponde alla 3 voce di menu. GRUB ordina le righe partendo da 0 quindi il numero corrispondente è 2.

default=2

Già che ci siete verificate se il timeout che è impostato merita una ritoccata guardando la riga corrispondente

timeout=10

Un tool per modificare il file di configurazione in maniera visuale è KGRUBEditor